Il marketing spiegato dal gelato

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Ieri è successa una cosa, in gelateria. Sì, ammetto di aver quasi perso la testa ieri sera tra i coni, le vaschette e “la panna la vuole?”.

“Un cono medio, limone e cioccolato, grazie”.

Questa ero io, dopo che mi ero fatta largo tra un gruppetto di bambini che appiccicavano il naso contro il bancone.   

Il marketing di una gelateria in una cittadina di mare, non in cima alle classifiche del turismo è alquanto semplice. Devi fare il gelato buono e devi avere il gusto “Pinguino”. OK la location, OK il servizio, OK tutto quello che serve per creare notorietà, gestire il funnel ma, facciamola semplice e fermiamoci ai fondamentali.

Così è facile, le attività commerciali di provincia sono una buona scuola di complessità risolta.

In certi posti di villeggiatura (volevo usare la parola “villeggiatura” da molto tempo e ora sono soddisfatta di averlo fatto) il target principale è la famiglia, le giovani coppie con figli si direbbe, quelle che le riconosci subito dal livello di stanchezza che si trascinano dietro insieme al passeggino, alla borsa del cambio e qualche gioco che nessuno userà mai – ah quella stanchezza se la riporteranno a casa aumentata con gli interessi, ma questa è un’altra storia.

Quello il target.

Ma i veri clienti, le persone in grado di influenzare gli acquisti, la fedeltà, il passaparola positivo, tutte le belle cose del marketing come lo abbiamo studiato, dipendono da delle creaturine sotto ai 120 cm di altezza.

Questa la verità detta semplice.

Dei nani, estremamente esigenti su pochi driver di scelta. I clienti guardano due cose: il dispenser di palline gioco (metti due euro e giri con veemenza per far scendere la super sorpresa che poi non piace mai a nessuno ma non importa) e il gusto “Pinguino”.

Io in quel tempio della variegatura al cioccolato che sembra Nutella un po’ rassodata, ho chiesto “limone e cioccolato”. Io totalmente fuori target e me lo hanno fatto subito capire.

Ho detto “limone”, ho fatto una pausa, ho dato il tempo alla ragazza con il grembiulino rosa di guardare e cercare il cestello del limone e poi ho detto “cioccolato, quello lì, il fondente” puntando l’indice contro il vetro.

Ho fatto questo per un motivo preciso. Voglio ritrovare il limone sulla punta del cono.

Sì, lo so. Ognuno ha le sue manie, i suoi gusti. Io ho i miei e a me il limone con il cioccolato piace, anche molto direi. Ma li voglio così, in quest’ordine. Perché ho alle spalle anni e anni di ricerche, studi, prove, fallimenti e posso dire con un certo grado di certezza che così la combinazione è perfetta e funziona. Mi piace, io essere felice così.

Accanto a me un bambino, che per brevità chiameremo “il nano di casa” chiede “stracciatella e pinguino”.

Lui esce davvero felice, io col cono sottosopra.

Legge del sacrificio, n. 13 delle 22 leggi immutabili del marketing.

Bisogna rinunciare a qualcosa per ottenere qualcosa, e loro hanno rinunciato a me per avere il “nano”.

#22leggidelmarketing #marketing #targeting

Ps ma almeno Pinguino non è il gusto Puffo!

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